La felicità
La felicità.
Cos'è la felicità? Da un punto di vista puramente etimologico è una condizione di benessere diffuso dell'animo e dello spirito.
Ormai anche gli scienziati concordano che questo benessere mentale dia dei frutti positivi anche al nostro corpo. Sempre più diffusa infatti negli ospedali, soprattutto nei reparti pediatrici, la pratica di distrarre i degenti con personale preparato a far ridere, o grazie all'aiuto di cani o altri animali.
Se sto meglio con la mente, starà meglio prima anche il corpo. Se non mi considero un malato, il nostro fisico farà di tutto per guarire prima.
Si dice che per far avverare una cosa bisogna agire pensare e comportarsi come se questa cosa sià già avverata.
Ma questa condizione di felicità come si ottiene? E come si conserva?
Da tutta la vita siamo abituati a credere che la felicità derivi dall'esterno, ovvero da una condizione a noi estranea e provocata. Felicità può essere vedere la vittoria della squadra del cuore, andare nel locale di moda, mangiare nel ristorante preferito, un bel voto di nostro figlio, l'uscita con la ragazza tanto sognata, la nuova automobile Purtroppo a volte in assenza di stimoli esterni positivi le persone cercano questa felicità nell'alcool, nelle droghe, il gioco d'azzardo, vizi che in quanto tali sono deleteri.
Crescendo ho capito che però così la nostra felicità è legata a stimoli esterni e quindi ci si riduce poi a cercarne sempre di altri, sprofondando nello sconforto o in una insoddisfazione di base quando non se ne trovano.
No. La felicità va cercata in noi stessi. Deve essere una condizione abituale, di base. Vivendo così ci accorgeremo presto che se diamo alla vita stimoli positivi la vita stessa diventerà migliore e per magia vedremo compensato il nostro lavoro, come crediamo di aver sempre meritato.
Se diamo alla vita solo rabbia, insoddisfazione, gelosia, come potremmo pensare di ricevere risposte a noi positive?
Se invece siamo felici emetteremo energia positiva, attrarremo situazioni gradevoli, le nostre azioni saranno più corrette.
Come si raggiunge questa condizione di felicità stabile e profonda nel nostro essere? Con tanti piccoli accorgimenti.
Innanzitutto dobbiamo allontanare dalla nostra vita tutto ciò che non ci fare stare bene. Persone, luoghi, momenti.
Non rassegniamoci mai, non funziona. Chi si accontenta gode solo a metà. Se non ci piace qualcosa cambiamola, o miglioriamola. Lamentarsi non serve a niente, è anche questo un mero tentativo di farci una carezza ma il risultato è effimero, dura appunto il tempo di una carezza.
Bene, cercheremo di migliorare ciò che non ci soddisfa o di cambiare quello che non ci piace. Adesso?
Adesso dedichiamoci a ciò che ci piace. Senza paure, senza ascoltare cosa ci dicono gli altri, senza badare al risultato. Solo noi sappiamo cosa ci piace e ci rende felici, cosa vogliono gli altri?
Mi piace disegnare? Allora disegno, senza badare al fatto che le mie opere non siano piacevoli alla vista come quadri di Raffaello!
Mi piace leggere e stasera ne ho proprio voglia? Bene, aprirò quelle pagine che tanto mi fanno sognare e pazienza se questa sera non andrò alla serata con le amiche. Se diranno che stare a casa a leggere "è triste" fa nulla, pensiero loro. Io so bene che per me, triste, non lo è affatto.
Devo andare alla cena aziendale di fine anno ma proprio questa sera vorrei stare davanti alla tivù con mio figlio perchè trasmettono quel cartone che tanto gli piace? Bene, chiamerò i colleghi e dirò che non sto bene. Vado a lavoro per lavorare, non per andare alle cene di Natale no?
Facciamo quello che ci pare. Nei limiti certo, non voglio essere esempio di egoismo, l'importante è non scontentare il nostro prossimo senza motivo. Se però accontentare il prossimo ci rende infelici...ne vale davvero la pena? Dovremmo aiutare il prossimo perché farlo aiuta anche noi stessi, e ci fa piacere.
Un buon aiuto per uno stato di felicità vera e permanente può arrivare anche dalle discipline orientali. Io stesso mi ci sono avvicinato da qualche anno, ed oltre ad un benessere fisico ne sto traendo anche parecchio insegnamento di vita. Anche quello che ho scritto qui nasce da queste nuove filosofie. Yoga, meditazione...discipline che uniscono il benessere fisico a quello mentale, perché sono una cosa unica.
Il gioco lo conduciamo noi. La vita è nostra. E noi siamo le persone più importanti della nostra esistenza. Perchè se noi stiamo bene, faremo star bene anche chi ci circonda.
Cos'è la felicità? Da un punto di vista puramente etimologico è una condizione di benessere diffuso dell'animo e dello spirito.
Ormai anche gli scienziati concordano che questo benessere mentale dia dei frutti positivi anche al nostro corpo. Sempre più diffusa infatti negli ospedali, soprattutto nei reparti pediatrici, la pratica di distrarre i degenti con personale preparato a far ridere, o grazie all'aiuto di cani o altri animali.
Se sto meglio con la mente, starà meglio prima anche il corpo. Se non mi considero un malato, il nostro fisico farà di tutto per guarire prima.
Si dice che per far avverare una cosa bisogna agire pensare e comportarsi come se questa cosa sià già avverata.
Ma questa condizione di felicità come si ottiene? E come si conserva?
Da tutta la vita siamo abituati a credere che la felicità derivi dall'esterno, ovvero da una condizione a noi estranea e provocata. Felicità può essere vedere la vittoria della squadra del cuore, andare nel locale di moda, mangiare nel ristorante preferito, un bel voto di nostro figlio, l'uscita con la ragazza tanto sognata, la nuova automobile Purtroppo a volte in assenza di stimoli esterni positivi le persone cercano questa felicità nell'alcool, nelle droghe, il gioco d'azzardo, vizi che in quanto tali sono deleteri.
Crescendo ho capito che però così la nostra felicità è legata a stimoli esterni e quindi ci si riduce poi a cercarne sempre di altri, sprofondando nello sconforto o in una insoddisfazione di base quando non se ne trovano.
No. La felicità va cercata in noi stessi. Deve essere una condizione abituale, di base. Vivendo così ci accorgeremo presto che se diamo alla vita stimoli positivi la vita stessa diventerà migliore e per magia vedremo compensato il nostro lavoro, come crediamo di aver sempre meritato.
Se diamo alla vita solo rabbia, insoddisfazione, gelosia, come potremmo pensare di ricevere risposte a noi positive?
Se invece siamo felici emetteremo energia positiva, attrarremo situazioni gradevoli, le nostre azioni saranno più corrette.
Come si raggiunge questa condizione di felicità stabile e profonda nel nostro essere? Con tanti piccoli accorgimenti.
Innanzitutto dobbiamo allontanare dalla nostra vita tutto ciò che non ci fare stare bene. Persone, luoghi, momenti.
Non rassegniamoci mai, non funziona. Chi si accontenta gode solo a metà. Se non ci piace qualcosa cambiamola, o miglioriamola. Lamentarsi non serve a niente, è anche questo un mero tentativo di farci una carezza ma il risultato è effimero, dura appunto il tempo di una carezza.
Bene, cercheremo di migliorare ciò che non ci soddisfa o di cambiare quello che non ci piace. Adesso?
Adesso dedichiamoci a ciò che ci piace. Senza paure, senza ascoltare cosa ci dicono gli altri, senza badare al risultato. Solo noi sappiamo cosa ci piace e ci rende felici, cosa vogliono gli altri?
Mi piace disegnare? Allora disegno, senza badare al fatto che le mie opere non siano piacevoli alla vista come quadri di Raffaello!
Mi piace leggere e stasera ne ho proprio voglia? Bene, aprirò quelle pagine che tanto mi fanno sognare e pazienza se questa sera non andrò alla serata con le amiche. Se diranno che stare a casa a leggere "è triste" fa nulla, pensiero loro. Io so bene che per me, triste, non lo è affatto.
Devo andare alla cena aziendale di fine anno ma proprio questa sera vorrei stare davanti alla tivù con mio figlio perchè trasmettono quel cartone che tanto gli piace? Bene, chiamerò i colleghi e dirò che non sto bene. Vado a lavoro per lavorare, non per andare alle cene di Natale no?
Facciamo quello che ci pare. Nei limiti certo, non voglio essere esempio di egoismo, l'importante è non scontentare il nostro prossimo senza motivo. Se però accontentare il prossimo ci rende infelici...ne vale davvero la pena? Dovremmo aiutare il prossimo perché farlo aiuta anche noi stessi, e ci fa piacere.
Un buon aiuto per uno stato di felicità vera e permanente può arrivare anche dalle discipline orientali. Io stesso mi ci sono avvicinato da qualche anno, ed oltre ad un benessere fisico ne sto traendo anche parecchio insegnamento di vita. Anche quello che ho scritto qui nasce da queste nuove filosofie. Yoga, meditazione...discipline che uniscono il benessere fisico a quello mentale, perché sono una cosa unica.
Il gioco lo conduciamo noi. La vita è nostra. E noi siamo le persone più importanti della nostra esistenza. Perchè se noi stiamo bene, faremo star bene anche chi ci circonda.
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