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  La prossima volta Marco Caneva   1. Si preannuncia una bella giornata. Sole caldo, nessuna nuvola, giusto qualche refolo di aria fresca, che non guasta.Oggi è domenica. Molte persone si staranno preparando per una gita. Qualche zaino, scarpe comode, e andranno alla scoperta di panorami e città. Io no. Domenica ordinaria, quasi noiosa. Andrò a pranzo da mia madre, poi un sonnellino nel primo pomeriggio, e passerò il resto della giornata a preparare i bagagli. Domani parto. Oggi per me è l’ultimo giorno di questa vita. L’azienda dove lavoro mi trasferisce presso un'altra sede, in un’altra regione. No, non mi dispiace. Di questa vita non mi è rimasto niente. Sono arrivato al capolinea. Una ex moglie, che quando mi chiama lo fa solo per ricordarmi qualche mancanza, uno o due amici rimasti tra chi non si è sposato e ha messo su famiglia, qualche collega con cui giocavo a calcetto il giovedì sera. Ho provato ad ampliare le mie conoscenze, con scarsi risultati. Sono una

Solito posto solita ora - il racconto della raccolta STORIE SPECIALI DI PERSONE NORMALI finalista del concorso Premio città di Melegnano

Solito posto solita ora                                                                                                                    di Marco Caneva 1. Che   notte. Mai fatto l’amore così. Con questa passione, questo coinvolgimento. L’avevo preparata bene, lo so. Cenetta in un ristorante elegante, passeggiata sul lungo mare qui a Rimini, due bicchieri di champagne in camera, hotel di lusso. Poi baci, profumi, sapori, passione, tenerezza. E ancora, di nuovo. E’ quasi l’alba, vedo già le prime luci del mattino farsi largo tra le persiane semichiuse. Peccato che sia finita, non volevo ci addormentassimo, per goderci ogni minuto di questa notte, ma siamo crollati. Guardala. Dorme ancora. Capelli biondi mossi, occhi chiari, labbra carnose, un faccino da monella. E che fisico, mai avuta roba così tra le braccia. La adoro. Anzi, no, forse… forse la amo. Addirittura. Non dovrei pensare così di una donna che non è la mia, di donna. Eh no. Almeno non ufficialmente

La felicità

La felicità. Cos'è la felicità? Da un punto di vista puramente etimologico è una condizione di benessere diffuso dell'animo e dello spirito. Ormai anche gli scienziati concordano che questo benessere mentale dia dei frutti positivi anche al nostro corpo. Sempre più diffusa infatti negli ospedali, soprattutto nei reparti pediatrici, la pratica di distrarre i degenti con personale preparato a far ridere, o grazie all'aiuto di cani o altri animali. Se sto meglio con la mente, starà meglio prima anche il corpo. Se non mi considero un malato, il nostro fisico farà di tutto per guarire prima. Si dice che per far avverare una cosa bisogna agire pensare e comportarsi come se questa cosa sià già avverata. Ma questa condizione di felicità come si ottiene? E come si conserva? Da tutta la vita siamo abituati a credere che la felicità derivi dall'esterno, ovvero da una condizione a noi estranea e provocata. Felicità può essere vedere la vittoria della squadra del cuore, andare

Molestie moleste

In questo periodo si fa un gran parlare di violenza e molestie sulle donne. Va detto, e questo è sacrosanto, che mai nessuna molestia o addirittura violenza è permessa e deve essere severamente punita. Questo però non vuol dire che una donna si possa comportare esagerando come vuole “tanto nessuno si deve permettere di toccarmi”. Se io donna faccio di tutto per far girare la testa ad un uomo, anche solo per gioco o peggio per divertirmi alle sue spalle, non posso pretendere poi che il maschietto in questione non si faccia delle idee audaci e, sempre sull’onda dell’emozione creata da una donna che sembra apprezzarlo, per far capire il suo interesse non assuma un comportamento più deciso. Specifico naturalmente che per “comportamento più deciso” non intendo molestie troppo spinte, sia psicologiche che fisiche. Si tratta di imparare a vivere. Se io pecorella smarrita mi butto in mezzo ad un branco di lupi cattivi non posso pretendere che nessuno di essi si azzardi a mordere. Se lo fa il

L'emozione dellaTV

Ecco un divertente riassunto della mia prima esperienza in TV. Sabato 25 Novembre ho registrato l'intervista presso il canale ONE TV. Fissata per le 15, arrivo tutto trafelato e in ritardo come mio solito, all'indirizzo dell'emittente. Un po' sorpreso vedo che la sede è una normale palazzina, che si differenzia dalle altre solo perché sul tetto scorgo delle imponenti antenne. Mi dico, va beh, è una cosa modesta, ma per iniziare va benissimo. Non so nemmeno dove sia l'ingresso, così chiedo al Bar sito al piano terra. -Buongiorno, scusi, One Tv?- -Primo piano- -Ok, grazie- Io, tutto umile e quasi con le mani in tasca, salgo le scale. Un normalissimo ingresso con una targa grande quanto un A4 mi avvisa che sono nel posto giusto. Apro timidamente la normalissima porta socchiusa ed entro. Corridoio con pavimento simile a quello dell'appartamento di mia madre. Infatti è una palazzina anni '50. Nessuno. All'improvviso mi viene incontro un tizio con
Continua la promozione del mio libro che ho pubblicato questa estate. Chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivato fino qui! Quando scrivevo di certo non pensavo a concorsi, pubblicare, presentazioni, promozione eccetera. Adesso ho addirittura un agente che mi segue e sabato 25 andrò a fare un'intervista in TV! La vita ci sorprende, ma dobbiamo voler farci sorprendere e accettare quello che ci viene incontro, perché è quello che deve succedere. Questo non vuol dire non fare nulla e aspettare che suonino alla porta, non succederà mai, ma sta a noi fare fare e ancora fare, senza avere timore di non avere successo o di sbagliare. Sono proprio il timore e la paura  che non permettono che si sveli davanti a noi il nostro cammino, perché invece di imparare a vedere i segnali che la vita ci da siamo sempre impegnati a vedere solo quello che la vita non ci da. Quando impariamo questo concetto capiremo che siamo noi a decidere la nostra realtà, non la nostra realtà che decide come dobbi
Inauguro oggi questo blog per poter raccontare il mio pensiero in libertà.